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BUTTERFLY
Museo Macro Asilo, Roma 2015

Butterfly
foto Ted Redelmeier, Roma 2015 personale "In principio era il volto"
Scrive Lori Adragna, curatrice della mostra:

“l’occhio dello spettatore è catturato dalla postura regale di Tiziana seduta su uno sgabello alto, dai suoi lineamenti minuti in contrasto con la sontuosa ampiezza della gonna nera e dal ritmo solenne con cui le pieghe cadono e si spezzano sul pavimento Lentamente l’artista ricopre il volto e il busto denudato con garze immerse nel gesso liquido, fino ad esserne del tutto avvolta. Come una bianca statua in fieri, contenitore della memoria e della trasformazione, diviene mezzo per visualizzare l’inconoscibile e l’invisibile. Attraverso quella corporeità che Husserl definisce Lei “corpo vivente -per distinguerlo da Korper “corpo oggetto” - la coscienza aderisce e si apre Creando lo spazio intorno, ne riproduce la traccia in una tensione dinamica tra le prospettive dell’essere e dell’avere, di sperimentare il sé come un oggetto tra gli oggetti.

Ed ecco che la metamorfosi eè compiuta: il calco si è indurito, il bozzolo, il bozzolo squarciato che giace a terra è già spoglia mortale di un essere nuovo. L’evoluzione della farfalla, che secondo la visione junghiana è allegoria e simbolo della psiche, descrive qui un emergere che è soprattutto un esporsi  affinché qualcosa si mostri non come parte di ciò che è assente ma come venire alla luce, uno schiudersi. Allo stesso modo nasce la coscienza a ricordarci che la creazione è mutamento di forma, una forma in cerca del suo primo farsi.

Quel che rimane dell’azione forsennata e riparatrice, essenziale ed amorevole, adesso che la scorza è abbandonata, non è solo scarto del corpo né raschiatura dell’anima come direbbe Artaud.

Insieme custodita ed esibita, guadagnata ma perduta nella sua esposizione, l’opera è accolta da una persona che la porge a qualcuno tra il pubblico per baciarla prima che venga ribaciata dall’artista e deposta Questo passaggio ne annuncia il suo secondo momento, quello della rigenerazione, ne fa una parte del processo introiettavo, conferisce espressione, consistenza, trattiene, giusto nel momento della separazione.

E infine l’io e l’altro, l’io e gli altri si fondono.

Lori Adragna  da  Il corpo delle donne, ed. insidiartautori.

foto Sergio Sechi
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